Comunicato sulla vicenda della nave Diciotti

Riportiamo, sottoscriviamo e condividiamo il comunicato dei Giuristi Democratici dello scorso 11 luglio.

 

Continua senza soste l’allucinante campagna, e i relativi comportamenti, del Ministro dell’Interno nei confronti dei migranti, incurante non solo della protesta di una consistente parte dell’opinione pubblica, ma anche del rispetto del diritto del mare e delle convenzioni internazionali, in primo luogo la Convenzione Europea dei Diritti Umani e la Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea, come si sta verificando nel caso degli immigrati raccolti a bordo della nave Diciotti della Guardia Costiera italiana.

A norma del codice penale (art. 4) le navi italiane sono considerate “territorio dello Stato” agli effetti della legge penale. Di conseguenza, tutti i naufraghi soccorsi in mare ed imbarcati su navi italiane sono soggetti alle leggi e alla sovranità dello Stato italiano. Il trasbordo dei profughi raccolti dalla nave Vos Thalassa a bordo della nave Diciotti, equivale allo sbarco in territorio dello Stato e rende pienamente applicabile nei loro confronti la disciplina italiana che regola l’immigrazione ed il diritto d’asilo. Contemporaneamente, fa scattare l’obbligo per le autorità italiane di rispettare le convenzioni internazionali, in primo luogo la Convenzione Europea dei Diritti Umani e la Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea. La Corte EDU ha già condannato l’Italia per aver respinto in Libia un gruppo di profughi salvati in mare ed imbarcati su navi militari italiane.

La Grande Chambre della Corte di Strasburgo, con la sentenza Hirsi Jamaa e altri c. Italia del 23 febbraio 2012 ha statuito che: «Le azioni di Stati contraenti compiute a bordo di navi battenti la bandiera dello Stato, anche fuori del territorio nazionale, rientrano nella giurisdizione della Corte EDU ai sensi dell’art. 1 CEDU.

L’esecuzione di un ordine di respingimento di stranieri costituisce violazione dell’art. 3 CEDU, relativo al divieto di tortura e trattamenti inumani o degradanti, quando vi sono motivi seri e accertati che depongono per un rischio reale che lo straniero subisca nel Paese di destinazione trattamenti contrari all’art. 3 della Convenzione (con riferimento alla Libia).

L’allontanamento di un gruppo di stranieri effettuato fuori del territorio nazionale, in presenza di giurisdizione dello Stato, senza che venga esaminata la situazione personale di ciascun componente del gruppo e senza che ciascuno possa presentare argomenti contro l’allontanamento, integra una violazione del divieto di espulsioni collettive di cui all’art. 4 Protocollo n. 4 CEDU la cui portata deve considerarsi anche extraterritoriale».

Le espulsioni collettive di stranieri sono vietate anche dall’art. 19 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea. Il Ministero dell’interno ha comunicato di aver vietato alla nave Vos Thalassa di sbarcare i naufraghi in Italia, aggiungendo che la sua posizione non cambiava dopo che i profughi erano stati raccolti dalla nave Diciotti. Quest’intervento lascia intravedere un evidente tentativo di operare un respingimento collettivo di migranti che si trovano sotto la giurisdizione italiana.

I Giuristi Democratici denunciano la gravità di un simile evento, che, in quanto respingimento collettivo, oltre a costituire un abuso di potere, potrebbe astrattamente integrare una forma di sequestro di persona facendo sorgere la responsabilità ministeriale, ai sensi dell’art. 96 della Costituzione e della Legge costituzionale 16 gennaio 1989, n. 1.

Per chi avesse interesse:

questo è il link della sentenza della CEDU del 23.02.2012 – Hirsi Jamaa e altri c. Italia

 

Comunicato stampa sul “contratto di governo” Lega-Movimento 5 Stelle

Condividiamo il contenuto del comunicato stampa rilasciato il 22 maggio 2018 dall’Associazione Nazionale Giuristi Democratici:

L’Associazione Nazionale Giuristi Democratici, da sempre attenta alla tutela dei diritti sociali e umani di cittadine e cittadini e al rispetto dei valori della Costituzione, assiste con preoccupazione all’iter di formazione di un potenziale prossimo Governo e, soprattutto, ai contenuti del “contratto per il Governo” che si prospetta, con particolare riferimento al settore giustizia di stretta competenza dell’Associazione.

Già il capovolgimento dell’iter di formazione del Governo, con il declassamento della figura del Presidente del Consiglio che si troverebbe a gestire un programma di Governo preconfezionato, fa comprendere come si sia in presenza di un novum nella formazione del Governo della Nazione, con evidente attacco ai principi della Carta Costituzionale, in particolare al divieto del vincolo di mandato; così come discutibile appare il ricorso a una nozione privatistica come il “contratto” per definire un accordo politico-programmatico.

Ma ciò che maggiormente preoccupa sono alcuni dei contenuti del programma rispetto ai quali l’Associazione Giuristi Democratici esprime contrarietà e opposizione, così come ha contrastato anche l’azione di precedenti Governi laddove fossero stati messi a rischio i diritti dei cittadini e il rispetto della Costituzione.

In particolare si sottolineano come elementi significativamente pericolosi per la tutela dei diritti dei cittadini e per la tenuta del sistema, i seguenti punti.

 

Area penale

a) L’estensione della legittima difesa domiciliare, volta ad eliminare gli elementi di incertezza interpretativa, finirebbe con il rappresentare una vera e propria licenza di uccidere, limitando ed eliminando, al contempo, la discrezionalità valutativa da parte del Giudice;

b) l’eliminazione del rito abbreviato per i più gravi delitti previsti dall’art. 51, co. 3-bis c.p.p. e per quelli puniti con l’ergastolo, finirebbe per determinare un ingolfamento dei processi in sede dibattimentale con evidente, ulteriore aggravio dei ritardi nella emanazione delle sentenze, e ciò andando in senso contrario rispetto alla possibilità del patteggiamento in appello, recentemente reintrodotta, che ha consentito una più rapida definizione di molti processi;

c) la revisione della normativa in tema di minorenni esprime un concetto di tendenziale equiparazione tra minori e maggiori di età che si pone in contrasto ai principi da sempre espressi sul tema da dottrina e giurisprudenza, volti a un recupero sociale del soggetto minorenne;

d) la certezza della pena: sul punto il “contratto” attacca pesantemente tutti quegli strumenti deflattivi che erano stati pensati e realizzati al fine di adeguare la normativa penale alla nuova realtà sociale (depenalizzazione) e di ridurre l’utilizzo dello strumento della pena nei casi ritenuti di non particolare gravità (particolare tenuità del fatto, condotte riparatorie).

Conclusivamente, pare che l’intero contenuto del “contratto” in tema di giustizia penale sia caratterizzato da un approccio “panpenalistico” come soluzione ad ogni male, con conseguente innalzamento delle pene ed eliminazione di “ogni eventuale margine di impunità” per gli autori di reati attinenti la sicurezza della collettività.

In definitiva ciò che viene delineato è un diritto penale che si occupa prevalentemente, se non solo, dei reati ritenuti di maggiore allarme sociale (furti, rapine, scippi), da risolvere con pene più elevate, maggior ricorso al carcere, nessuna discrezionalità nella valutazione da parte del Giudice.

Anche la proposta di costruzione di nuovi istituti carcerari, in luogo della creazione di un sistema volto al recupero e al reinserimento sociale del detenuto, fa temere la volontà di perseguire obiettivi di natura populistica, sempre relativi al cd. allarme sociale.

 

Area lavoro

Il “contratto” si limita a parlare genericamente di una possibile revisione del Jobs act, ma intanto propone il reinserimento dei voucher, già cancellati per evitare la pronuncia dei cittadini attraverso un referendum abrogativo e poi parzialmente reinseriti nell’ordinamento.

Ora, li si vuol reintrodurre ritenendoli strumento indispensabile.

Nulla si dice, poi, sulla tutela dei lavoratori licenziati e, dunque, sull’eventuale reintroduzione dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, di cui pure molto si era parlato nei programmi pre-elettorali.

 

Immigrazione

Preoccupante, oltre che incomprensibile e generica, appare la previsione di nuove fattispecie di reato commesse da richiedenti asilo, come se le norme attualmente esistenti non fossero sufficienti; il riferimento, poi, alla presenza di 500.000 migranti irregolari che richiederebbe rimpatri indifferibili, al di là della impossibilità concreta di attuazione, lascia intravedere la volontà di mostrare all’opinione pubblica i muscoli, senza alcun interesse ai diritti delle persone che, secondo il “contratto”, dovrebbero essere valutate con procedure veloci, anche alla frontiera, e ciò in contraddizione con la possibilità di trattenimento di 18 mesi.

Molto altro vi sarebbe da dire e l’Associazione Nazionale Giuristi Democratici, sempre pronta al dialogo e al confronto, si impegna ad un ulteriore approfondimento dei temi oggetto del “contratto”, ma ribadisce che già allo stato appaiono evidenti nel documento elementi che confliggono con la politica di tutela dei diritti dei cittadini e che spingono verso un sistema della giustizia classista, contrario, in molti punti, allo spirito della Costituzione ed in tal senso richiama l’attenzione di tutti i sinceri democratici per impedire che su questi temi avvenga una rottura costituzionale senza precedenti.

 

21 maggio 2018

ASSOCIAZIONE NAZIONALE GIURISTI DEMOCRATICI

Comunicato congiunto Giuristi Democratici SezioneTrentino/ Suedtirol, Anpi Sezione Rovereto e Casa delle Donne di Rovereto

Lo scorso 14 gennaio Barbara Spinelli, avvocata, attivista dei diritti umani e dei diritti delle donne, componente della Associazione Giuristi Democratici, è stata respinta alla frontiera turca come persona pericolosa per la sicurezza nazionale, con divieto perenne di entrare in Turchia.

Stava entrando nel paese per partecipare come relatrice al Convegno “Il sistema giudiziario sotto lo stato di emergenza in Turchia” che il 14 e il  15 gennaio si svolge ad Ankara. E’ stata trattenuta una notte in cella di sicurezza, senza possibilità di contattare il Consolato Italiano. È stata considerata persona pericolosa a seguito delle missioni svolte nel 2015, assieme ad un gruppo europeo di 13 avvocate e giornaliste, nei campi profughi della Turchia, dell’ Iraq e del Rojova per portare solidarietà alle donne vittime di violenza e stupri, riportati in una denuncia alla Commissione contro la tortura di Ginevra; per aver denunciato, in solidarietà con le donne kurde, le torture subite dalle combattenti kurde  fino al femminicidio di  Kevser Eltur ! evidenziando la mentalità patriarcale che accomuna l’Isis ed il partito al governo guidato da Erdogan; per aver seguito, a Istanbul, i processi degli avvocati ed avvocate che subiscono continui arresti e misure di sospensione  della attività per il loro impegno nella difesa dei cittadini turchi accusati di sovversione e del popolo kurdo.

Poiché la Turchia fa parte del Consiglio di Europa ed ha ratificato la Convenzione dei Diritti Umani, la Convenzione contro la tortura, la Convenzione per i diritti della donna, la Convenzione di Istanbul contro la violenza di genere, nell’esprimere solidarietà all’avvocata Barbara Spinelli, le associazioni firmatarie

chiedono

al Governo Italiano ed a tutti coloro che rivestono responsabilità politiche e istituzionali di attivarsi immediatamente per svolgere ogni opportuna azione di protesta nei confronti del Governo turco.
Rovereto, 15 gennaio 2017

 
Avv.Lorenza Cescatti
Giuristi Democratici Sezione Trentino Südtirol

 
Mara Rossi
ANPI Sezione Rovereto

 
Avv.Rita Farinelli
Casa delle Donne Rovereto

Referendum costituzionale. Approfondiamo i contenuti della riforma.

Per valutare e approfondire i contenuti della legge di revisione costituzionale sulla quale saremo chiamati ad esprimere il nostro voto nel prossimo referendum del 4 dicembre 2016, vogliamo offirvi più materiale possibile.
Ecco, quindi, la lista di siti internet sui quali potrete sicuramente trovare gli approfondimenti necessari per valutare appieno il nuovo testo costituzionale.

In generale il primo rinvio è al sito del Comitato di Coordinamento Costituzionale:

Di seguito, invece, alcuni link a riviste specializzate che contengono contributi di giuristi sui vari temi toccati dalla revisione:

Sugli effetti della revisione costituzionale sulle autonomie speciali e per una valutazione generale della riforma ad opera del prof. Roberto Toniatti nell’ambito dei lavori del Laboratorio di innovazione istituzionale per l’autonomia integrale (www.liatn.eu):

Nei prossimi giorni seguiranno ulteriori approfondimenti.

“libertà è partecipazione”.

 

“La sovranità appartiene al popolo” Le ragioni del Sì e del No in vista del referendum costituzionale.

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I Giuristi Democratici Trentino Sudtirol, l’Anpi di Rovereto e il Comitato per la Democrazia Costituzionale Vallagarina hanno il piacere di invitare tutte e tutti all’incontro del prossimo giovedì 27 ottobre 2016 per analizzare e approfondire le ragioni del Sì e del No sulla riforma costituzionale in vista del referendum del 4 dicembre.

L’occasione è unica perché ci saranno due relatrici d’eccezione:

  • la professoressa di Diritto Pubblico e consigliera provinciale Donata Borgonovo Re;
  • la professoressa emerita di diritto Costituzionale Lorenza Carlassare;

Moderatrice dell’incontro sarà l’avv. Cinzia Marsili.

Vi aspettiamo